I molestatori seriali: gli "stalkers"
Avevamo da poco lasciato il fiume infernale il cui fetore potevamo ancora percepire, quando la mia guida mi avvertì che, là dove eravamo diretti, l’aria si sarebbe fatta pesante e il silenzio via via più opprimente. L’umidità infatti cominciava ad appoggiarsi alla pelle e sentivo fatica a respirare, quasi come se l’aria non volesse entrare nelle narici. Avevo provato quella sensazione nelle mattine di luglio, sulle rive del Po, e mi chiedevo a chi fosse destinata quella landa spoglia e infelice. La fitta coltre bagnata impediva di spingere lo sguardo più avanti di un paio di passi, per questo la mia guida mi prese sottobraccio, intuendo l’angoscia e la titubanza a proseguire.
Proprio in quel momento un urlo stridulo sopraggiunse <<Basta! Fatti vedere! Dimmi chi sei! Cosa vuoi da me?>> e, volgendomi in quella direzione, potei intravedere la fioca luce di un lume. Allora il mio maestro mi disse: <<Vieni Elia, non avere paura, avviciniamoci e ti sarà dato scoprire uno dei più vili e odiosi peccati della tua società!>>. Avanzammo solo quanto bastò a notare la sagoma di un uomo, a prima vista di mezza età, fradicio, con le scarpe consumate, gli occhi sgranati e il terrore che gli faceva tremare le membra: teneva in mano la torcia del cellulare con la quale cercava di fare luce attorno a sé, nel vano tentativo di vedere il volto di chi lo stesse seguendo.
Noi scorgevamo bene l’ombra demoniaca che gli andava appresso e che lo seguiva ovunque lui fosse, in una caccia perenne. Il povero dannato tuttavia, pur continuando a girarsi e a chiedere disperatamente chi lo stesse perseguitando, non aveva risposta e continuava a procedere lento e inesorabile, vagando nella nebbia senza una meta.
Provai pena per quell’anima senza riposo, ma prontamente la mia guida sospirò e mi invitò a riconsiderare il moto d’animo: <<Questo sciagurato è solo uno dei tanti che incontrerai in questa valle. Il tuo tempo li chiama “stalkers”, molestatori seriali, gente che nascondendo l’identità, ha reso dura e angosciosa la vita delle proprie vittime, perseguitandole in ogni momento della loro esistenza. C’è chi, per causa loro, ha perso il proprio privato, la carriera, gli affetti e la vita stessa. Lo stesso cellulare, che in vita permetteva loro di distruggere la privacy delle persone, adesso è totalmente inutile a rendere manifesta l’ombra che perenne li seguirà e tormenterà>>.
Dopo queste parole non volli proseguire appresso all’anima perché non la ritenni degna del mio conforto e della mia promessa di eternità.
Elia Reggiani 3CLA
Commenti
Posta un commento
Salve! Il tuo commento verrà preso in considerazione dal moderatore prima di essere pubblicato.