I superbi
Non appena misi piede all’interno delle mura che circondavano quella nefasta
cittadella non potei non notare il tremendo puzzo che risaliva dalle profondità di
quel borgo e un’accesa umidità nell’aria. Continuammo il nostro cammino e più ci
addentravamo verso il centro, più risuonavano al mio orecchio terribili lamenti di
diverse lingue e gerghi, le cui cause rimanevano alla mia vista ignote.
Giungemmo quindi nel fondo e in questo luogo si palesò innanzi a me una vista così
cruenta da farmi quasi perdere conoscenza e svenire: Milioni e milioni di uomini,
tutti uguali, che camminavano portando sulle spalle dei macigni dal peso enorme.
Ancora scosso da quella visione, chiesi alla mia guida: "Oh maestro, chi sono questi
uomini e perché sono sottoposti a un castigo così tremendo?"
"Quelli verso cui provi tanta pena" Disse, interrompendo il cammino e rivolgendosi verso di me con aria solenne "sono coloro che durante la vita terrene fecero proprio il grigio peccato
della superbia e che usarono ogni mezzo di comunicazione a loro disposizione per
diffondere il loro malsano sentimento di superiorità, tormentando altri, e ora sono
condannati a marciare per l’eternità tra la fanghiglia e la melma, sopportando sulle
spalle il peso schiacciante di enormi massi, senza la possibilità di porli più in basso".
"Per quale motivo il loro numero è così elevato?" Chiesi quindi, non comprendendo,
al mio magnanimo guidatore "Vedi", continuò, "Nell’epoca da cui provieni,
l’influenza di questo peccato sulla società è stata esasperata a tal modo a causa
dell’anonimato fornito dagli odierni mezzi, che permette di celare i propri errori e di
accanirsi in gran moltitudine come fiere selvagge contro quello altrui".
La stessa gente che appena pochi momenti fa suscitava in me una triste
inquietudine dell’animo, ora invece riscuoteva in me solo un sentimento di disprezzo
e disgusto. Gli stessi che nella vita precedente erano stati oppressori, erano ora
schiacciati dal tremendo peso di queste dure rocce e costretti a vagare per l’eternità
senza uno significato e accompagnati solo dal loro sentimento d’inferiorità e di
sofferenza.
A. Zanichelli 3CS
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