Gola e cecità
Procedendo il mio cammino tra i peccatori mi ritrovai davanti una massa di persone, tutte molto magre, che si guardavano allo specchio, si guardavano tra loro e guardavano foto, tutte piangendo. Allora chiesi alla mia guida chi fossero queste persone e lui a me: “Sono coloro che in vita non dissero mai di no al cibo, coloro che lo mettevano sempre al primo posto, arrivando a pensare incessantemente a questo. E questa loro ossessione non era per cibi buoni per l’uomo, per cibi salutari, ma per dolci o per cibi da fast food, ovviamente sempre in quantità enormi, che li facevano ingrassare portandoli spesso all’obesità. Quest’ultima non è una cosa da sottovalutare perché, come ben sai, è una grave malattia, ma a loro questo non è mai importato, e anzi sembrava loro normale a patto che potessero continuare a mangiare”. Conosco bene questo peccato e lo ritengo il peggiore, infatti davvero non riesco a capire come si possa diventare così ossessionati da qualcosa che arriva a mettere a rischio la propria salute e come non si riesca pian piano a smettere di pensare solo al cibo, per arrivare ad avere un rapporto normale e sano con questo. Ma osservando bene queste persone qualcosa non mi tornava: come mai erano tutti così magri e tristi se avevano questo strano rapporto con il cibo? Lo chiesi al mio maestro. Questo quindi mi disse: “Ora le cose per loro sono cambiate. Se prima non interessava loro quanto mangiassero, non rifiutavano mai del cibo e non importava loro della propria forma fisica, ora si trovano sull’altra faccia della medaglia: continuano a pensare al cibo, ma sono spaventati da questo. Hanno la fobia di ingrassare, di mangiare troppo e sono ossessionati dal cibo salutare e dalla loro forma fisica, infatti si vedono sempre molto più grassi di quello che sono, soprattutto perchè comparano il proprio fisico con quello degli altri dannati e con le foto di persone che posseggono il fisico a cui aspirano, e hanno paura di tornare com’erano prima in vita”. Osservai bene tante anime qui presenti, ma non riconobbi nessuno e quindi proseguimmo il viaggio, senza soffermarci a parlare con nessuno.
B. Iapella 3CS
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