La perdita di umanità
Viaggiando con me medesima giunsi ad un luogo che di caratteristico aveva il nulla. La nebbia copriva le menti e i corpi, tanto che quasi mi persi nel non essere. Chiesi a chi sapeva, la mia guida, dove ci trovassimo: “ Siamo in un luogo dove regna la disperazione ma i disperati non ne sono consci”. Così mi rispose la mia guida, con pietà nel suo sguardo ma sprezzante delle anime in quel luogo rinchiuse. “ Coloro sono quelli che persero di vista la loro umanità, dimenticandosi della grandiosità della mente, credendo di essere liberi ma facilmente soggiogabili attraverso la ragione. Quest’ultima è stata infatti da loro dimenticata e così anche la capacità di essere liberi.”. Il mio animo confuso rabbrividì alla conoscenza della possibilità della perdita del proprio essere, del proprio pensiero e della propria ragione, ma fui presto rassicurata da comunque terribili parole: ”Queste persone scelsero di annullare ogni possibilità di ragione, si fidarono dell’istinto per ogni comune situazione, furono violenti oltre ogni misura, come animali in preda ad una brama di cacciare travolgente, trascurarono il potere della parola e lasciarono cadere la capacità di esprimere la loro vera libertà interiore, chiudendo il loro intelletto in una gabbia di fuoco e rabbia. Così essi morendo non sono stati consci della loro morte né della possibilità di un dopo. Non avendo mai ascoltato nessuno, essi ora sono obbligati ad ascoltare il silenzio per l’eternità, a coltivare i loro pensieri e a far rifiorire la loro umanità, che però non troverà mai posto in questo luogo di perdizione. Sono costretti a far di loro sé stessi attraverso infiniti anni di riflessione, sono costretti a diventare persone, cosa che mai non furono in vita.” Seppi che queste anime si erano perdute, che nessuno era stato in grado di ritrovare per loro la strada, poiché loro non vollero mai ritrovare la strada assieme a nessuno, fermamente convinti di essere umani mentre erano solo bestie. Tacqui nel silenzio e ascoltai sospiri mai esalati, colmi di disperazione e rimorso. Nonostante ciò, l’umanità rifioriva anche nell’Inferno, persisteva nella morte senza esserci stata in vita, armonizzava l’esistenza attraverso un contrario improbabile e faceva soffrire persone libere ma imprigionate da un’eternità di sofferenza causata dalla loro ignoranza terrena.
Uscimmo da questo luogo di rinascita e perdizione con la promessa di conservare la nostra umanità per tutta l’esistenza.
A. Saguatti 3CLA
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